LA RIVOLUZIONE DELLA LATTUGA

Descrizione

Il mercato alimentare, dalla commercializzazione delle sementi, alla distribuzione dei prodotti agricoli è in mano a poche potenti multinazionali e grandi catene di supermercati. Un sistema di produzione intensiva e su larga scala che ha ridotto i costi di quello che mettiamo nei piatti, spesso a scapito della qualità. Nei paesi avanzati ci si ammala di cibo e si sprecano tonnellate di prodotti commestibili, mentre nei paesi poveri quasi un miliardo di persone continua a morire di fame. Perpetuare questo modello ed espanderlo per far fronte alle mutate abitudini alimentari di milioni di cinesi, indiani, brasiliani o indonesiani che arricchendosi mangeranno sempre più come noi, non sembra sostenibile. Lo stanno predicando scienziati come Rajendra Pachauri presidente del Panel Intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e visionari come Carlo Petrini. Ma soprattutto a capirlo sono sempre di più i comuni cittadini che si organizzano e agiscono per cambiare le cose dal basso. Un movimento mondiale di contadini di città che coltivano lattuga sul balcone, pomodori sui tetti e fragole nei giardini delle scuole, affollano i mercati dei prodotti a chilometro zero, costituiscono gruppi di acquisto solidale (GAS): in altre parole si ribellano alla dittatura dello scaffale. Intanto nel sud del mondo i piccoli coltivatori levano le loro voci per riaffermare l’importanza del diritto a decidere che cosa piantare sulla propria terra. Siamo alle prese con l’ultima ossessione delle annoiate élite metropolitane, e con l’ennesima declinazione del terzomondismo o davvero questi fenomeni stanno contribuendo a riscrivere l’economia alimentare del pianeta? Questo libro è un viaggio attraverso la nuova democrazia del cibo, il tentativo di riconquistare potere su quello che mangiamo tra i grattacieli della grande mela o nella savana africana.
Pagg. 224, cm 15x23, brossura.