FRAGOLE D INVERNO

Descrizione

Siamo abituati a pensare alle emissioni di CO2 solo a proposito della produzione energetica e ai trasporti. Ma vi siete mai chiesti quanto esse dipendano dal mercato alimentare? L’agricoltura e gli altri usi della terra sono responsabili del 23% delle emissioni totali, una cifra che arriva al 37% se si includono i processi di trattamento dei prodotti alimentari. È evidente a ciascuno di noi che i consumi sono aumentati e l’offerta di cibo è quasi raddoppiata. Le conseguenze? L’uso dell’acqua e dei fertilizzanti è cresciuto a dismisura così come la quantità di alimenti sprecati; lo sfruttamento della terra arabile riservata alla produzione di mangimi per gli allevamenti intensivi è in costante aumento e causa milioni di ettari di deforestazione all’anno. Se mettiamo in relazione il consumo di risorse naturali con la capacità del pianeta di rigenerarle, a livello globale, per soddisfare il nostro fabbisogno non sarebbe sufficiente un pianeta Terra e mezzo: questo è quanto resoconta l’ultimo rapporto dell’Ecological Footprint. E non è tutto. Ogni medaglia ha il suo rovescio: la crisi climatica si abbatte a sua volta sull’agricoltura e sulla produzione di cibo: i cicli colturali vengono sconvolti, le api diminuiscono mettendo a rischio l’impollinazione, le ondate di maltempo distruggono interi raccolti e gli agricoltori abbandonano la terra perché un prodotto rovinato dalla grandine non può stare sul mercato visto che i consumatori chiedono merce bella e standardizzata. Ormai la dipendenza tra i processi di produzione, le abitudini di consumo e il riscaldamento globale è fortissima. Comprendere ciò significa assumere abitudini alimentari e di consumo consapevoli e tali da invertire il processo dall’impatto letale sull’ambiente in atto da molto tempo. Così come significa interrogarci su quali strade seguire per rendere l’agricoltura alleata del Pianeta.
Pagg. 117, brossura.